Facciamoli parlare del loro sentire!
Patricia Vidal è una Psicoterapeuta della Gestalt, specializzata in bambini e adolescenti, e ha seguito la sua formazione con Violet Oaklander, in California, nel 1986, a sua volta una specialista mondiale nel campo della psicologia dei bambini. Quello che la collega propone è di creare un campo in cui il bambino, la bambina possa esprimere liberamente il suo immaginario, le sue emozioni, le sue fantasie e possa, attraverso l’attività creativa trasformarle e, così, lasciarle andare, senza che si sedimentino in lui.
I bambini e le bambine hanno bisogno di parlare di quello che sentono, di sentirsi accolti nel loro sentire, senza giudizio, senza interpretazione. Non siamo di alcune utilità ai bambini e alle bambine quando bolliamo come stupide o, peggio ancora ‘sbagliate’, le emozioni che ci riportano. Un sentire non è mai né giusto né sbagliato, è e basta e come tale va accolto, proprio come base per far sì che questo sentire si dissolva: le emozioni hanno la stessa natura dell’acqua, per mantenere la salute dell’ambiente devono poter fluire.
Quando il bambino, la bambina sente di non poter esprimere ciò che sente, ecco che cominciano ad accumularsi in lui, in lei contenuti inespressi che lo appesantiranno e diventeranno zavorra per lui, per lei, freno a mano tirato… che logora la sua struttura psicologica. E, soprattutto, il bambino, la bambina comincerà a consolidare l’impressione di non potersi mostrare per come si sente davvero, di non poter rivelare ai genitori il suo sentire: si crea un solco che, ora dell’adolescenza, sarà un baratro.
Questi primi anni, sono quindi fondamentali per porre le basi di una relazione di fiducia reciproca tra genitori e figli, figlie in cui i figli, le figlie sentano di poter essere accolti e sostenuti anche nei loro momenti di vulnerabilità, senza essere ignorati o derisi.
Accompagniamoli col gioco
Le competenze per poter avere questo corretto rapporto coi nostri figli, con le nostre figlie le abbiamo già tutti: basta tornare alla memoria a quando eravamo noi bambini, bambine e ricordarci cosa ci sarebbe piaciuto ricevere come atteggiamento di risposta dal mondo adulto circostante.
I bambini, le bambine vivono nel presente e il gioco, l’attività creativa, la rappresentazione teatrale, sono elementi fondamentali per permettergli di scaricare, in tempo reale, ogni loro sentire pesante. Le tecniche e giochi descritte dalle colleghe nelle settimane precedenti, servono a far vivere al bambino, alla bambina esperienze sensoriali, corporee, emozionali, intellettive e verbali e offrono all’adulto un’infinita gamma di possibilità creative per accoglierli nelle loro difficoltà e offrire loro l’opportunità di superarle. Come diceva il filosofo Sartre: Non è importante ciò che ci capita, è importante ciò che si fa con ciò che ci capita.
Accogliere e dare forma alle emozioni, è fondamentale per i bambini, per le bambine… così come per gli adulti. Disegno o plastilina possono diventare mezzi per rappresentarle, dare loro una forma, una dimensione, un colore. Strumenti musicali, o oggetti sonori (riso in un barattolo che diventa sonaglio, bicchieri riempiti d’acqua a livelli diversi che risuonano con note diverse quanto colpiti con una posata, ecc.) aiutano a esprimere, a tirare fuori. Bambole e pupazzi diventano personaggi per far raccontare a loro storie, per fare sì che fantasmi annidati nelle loro menti vengano espulsi ed esorcizzati.
Non preoccupatevi di che cosa vuol dire, aiutateli a buttar fuori in modo simbolico, creativo e divertente, contenuti che è meglio non tenere dentro. Un po’ come buttare via la spazzatura, non importa che cosa era davvero quella cartaccia, non vi si chiede di fare gli investigatori, ma di giocare coi vostri figli, con le vostre figlie divertendovi anche voi, semplicemente per aiutarli a fare pulizia dentro di loro, così come è importante fare pulizia nella loro stanza.