prima parte
In questo tempo di quarantena, ho spesso pensato ai bimbi, alle bimbe in casa tutto il giorno e a voi genitori. Ripensando a quando mio figlio era piccolo e mi ribaltava casa, a quella sensazione di vivere dentro un’esplosione di energia e oggetti sparpagliati, alluso della voce spesso alla massima potenza, al suo piacere di saltare da ogni dislivello esistente in casa, alle corse con gli oggetti che spesso volavano… a tutte quelle cose che ogni genitore conosce bene, mi sono detta che, ciò che mi ha sostenuto nel comprendere e organizzare casa, è stata la fortuna di riconosce il bisogno che stava alla base del suo intenso desiderio di movimento.
I bambini e le bambine, dal momento in cui iniziano a muoversi fino ai tre anni di età circa, sperimentano il corpo in tutta la sua potenza. Ma c’è proprio bisogno di farlo sempre ogni singolo giorno? Eh, che dirvi, questo è il modo che la vita ha trovato per permettere loro di sentire i propri confini e comprendere così che ciò che si agita all’interno, nel proprio mondo interiore, può rimanere all’interno e ciò che incontrano all’esterno, può, se lo si desidera, rimanere all’esterno.
Inoltre permette loro di passare dall’essere oggetto di attenzione ad essere soggetto, con desideri.
Attraverso i giochi di movimento che andremo a raccontare, il bambino, la bambina si sente unità, sente di essere persona che può desiderare e chiedere. E’ quella sensazione che sentiamo sotto pelle arrivati in cima a una montagna o dopo un bagno in mare, o dopo una corsa, quell’energia buona che ci fa sentire bene nel nostro corpo e ci fa sentire interi.
Saltare, Cadere, Sperimentare l’equilibrio e il disequilibrio, sono tutte attività che giocate con piacere, aiutano il bambino, la bambina ad ascoltare le emozioni che si muovono internamente, classificarle come buone o cattive. Sono movimenti che li aiutano anche ad affermarsi sul mondo, attraverso l’azione che investe lo spazio da loro abitato. Proviamo a vederle nello specifico:
IL SALTO
Il Salto è un’attività motoria complessa, carica di significato non solo fisico, ma anche emotivo. Per comprendere meglio la sua importanza, proviamo a dividerlo in tre momenti principali:
- Una fase iniziale: quel tempo che ci porta verso il dislivello da cui saltare. Mentre ci incamminiamo, sentiamo un aumento lento ma progressivo della tensione. Arrivati all’altezza desiderata, si ha la possibilità di guardare la futura caduta e qui, ascoltare l’emozione che si muove.
- Avete provato recentemente a saltare da un muretto o da un dislivello? Vi siete fermati un momento, prima di saltare, ad osservare il suolo e l’altezza? Quali emozioni si sono mosse nella pancia?
- Paura ed eccitazione, tremore e sicurezza, bisogno di controllare i muscoli tendendoli e preparandoli, fiducia nel corpo, fino al momento della decisione di dare l’impulso per il volo.
- Fase Centrale è la fase che chiameremo del volo, siamo infatti sospesi nell’aria, con la perdita di tutti i confini corporei, è come diventare un tutt’uno con lo spazio che ci circonda. Siamo in caduta libera. Certo è una fase brevissima, ma il corpo registra le sensazioni: perdiamo i riferimenti visuali e di sostegno, viviamo l’abbandono e l’assenza di pesantezza, siamo nell’impossibilità di controllarci. Questa assenza dei limiti corporei procura molta paura ma anche grande godimento.
- Fase Finale è quella in cui atterriamo sul tappeto o pavimento, registriamo come uno schiacciamento del corpo ed è in quel momento che sentiamo chiari tutti i nostri confini, si ha un rilascio di tutte le tensioni corporee, ci risentiamo interi e molto coraggiosi e coraggiose, attivando una sensazione di ritrovata sicurezza.
Attraverso il piacere della caduta il bambino, la bambina gioca con la propria postura, la propria sensazione di equilibrio- disequilibrio, il proprio peso, le proprie sensazioni cinestetiche; il contatto violento con il suolo permette di sentire i limiti del proprio corpo. La paura dell’urto, il brivido dell’altezza, la tensione seguita dalla distensione dei muscoli, fanno si che all’arrivo al suolo si liberino urla, risa e piacere di essere abbracciati e guardati per sentire e vedere attraverso i nostri occhi la grandezza e la potenza dell’azione appena compiuta. La fase di arrivo può essere rapida, con il rialzarsi e riprendere a saltare oppure può essere lenta con l’abbandono e il piacere di “raccogliersi” per gustarsi il salto fatto.
Il Salto è una delle attività motorie che permette l’affermazione del piacere del movimento, struttura lo schema corporeo e apre al piacere d’essere.
Vi abbraccio
Marta Montorfano